• Il D-Day di Martha Gellhorn

    Quest’anno ricorrono i 75 anni dello sbarco in Normandia. E come ogni anniversario che si rispetti grandi festeggiamenti. Donald Trump e Melania sono andati in Inghilterra poi in Francia per rendere onore insieme a Elisabetta II, alla famiglia reale inglese, a Macron e ad altri capi di stato agli uomini che hanno reso possibile il D-Day.

    Così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto una donna pazzesca: Martha Gellhorn l’unica (forse mi piace più così) donna a sbarcare nell’operazione D-Day insieme a 155 mila uomini.

    Chi era Martha Gellhorn? Era una reporter ed è considerata oggi una delle più grandi corrispondenti di guerra del XX secolo proprio perché nei suoi sessant’anni di carriera è stata infatti testimone dei più importanti conflitti internazionali.

    Nonostante esistessero già corpi militari femminili, ufficialmente le donne non potevano combattere in prima linea. Così per documentare il D-Day fu costretta a imbarcarsi come clandestina. Non poteva neanche partecipare come inviata ufficiale poiché la rivista per cui scriveva (il Collier’s Weekly) le aveva preferito l’allora marito Ernest Hemingway (che non era loro dipendente, ma era una firma prestigiosa). Non disponendo delle credenziali necessarie, pur di essere presente all’evento Martha si nascose nei bagni di una nave ospedale e poi sbarcò sulla spiaggia fingendosi un barelliere: nella confusione nessuno si accorse che era una donna. Anni dopo avrebbe detto: «Seguivo la guerra ovunque riuscissi a raggiungerla».

    Ciò che mi ha colpito di più a dirla tutta sono le parole di Ernest Hemingway che sempre più irritato dalle lunghe assenze della moglie, mentre Martha era sul fronte italiano nel 1943 le scrisse in una lettera: “Are you a correspondent, or wife in my bed?” (“Sei una corrispondente, o moglie nel mio letto?”).

    Come a dire gli uomini fanno la storia, le donne stiano a casa a fare le mogli, creature create per compiacere gli uomini, per i loro desideri.

    Fortunatamente nel 1945 divorziarono. Ma oggi tutti/e noi sappiamo bene o male chi è Ernest Hemingway pochi/e chi è Martha Gellhorn e ciò che ha fatto (per esempio è stata la prima giornalista a portare testimonianza del campo di concentramento di Dachau, appena dopo la liberazione).

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  • Notte dei Musei 2019 – Santa Caterina Treviso

    Iera sera ho approfittato della Notte dei Musei 2019 per visitare la Pinacoteca di Santa Caterina a Treviso. Una bella visita, ma poi mi manca sempre qualcosa. Perché? Perché mi occupo di Storia delle Donne e mi accorgo che negli incontri generalisti di Donne si parla sempre poco.

    Così in questo post vorrei dare qualche indicazione per visitare la Pinacoteca se si cercano materiali rispetto alle Donne. Innanzitutto mi pare importante sottolineare che la Pinacoteca nasce e cresce grazie a lasciti importanti, il primo e probabilmente più importante risale al 1847, quando la contessa Margherita Grimaldi Prati destinò al Comune la propria eredità, consentendo la costituzione di una Pinacoteca, all’epoca inesistente. Tra i lasciti poi ci saranno anche quelli di Luigia Codemo, Luisa Gregorj e Teresita Lorenzon Gaetani.

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    Ritratto della contessa Margherita Grimaldi Prati di Andrea Appiani (fotografia)

    Nella sala 6 mi hanno colpito due quadri di Domenico Capriolo, Allegoria della Geometrica e dell’Idraulica con stemmi della Famiglia Benaglio e Natività (La Levatrice Incredula) che probabilmente si rifà a una tradizione consolidata ma sconosciuta nell’immaginario comune.

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    Domenico Capriolo, Natività (La Levatrice Incredula, sec. XVI)

    Nella sala 8 il quadro di Ludovico Pizzoserrato, Concerto all’aperto porta con sé l’enigma di essere forse parte di un quadro più grande, ma nello stesso tempo ci racconta di donne che suonavano e partecipavano ai concerti.

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    Ludovico Pozzoserrato, Concerto all’aperto (sec. XVI)

    Nella sala 9 Wunderkammer, ricostruzione di un Gabinetto delle Curiosità o delle Meraviglie, troviamo tra le medaglie commemorative ritratti di Isotta degli Atti, Emilia di Montefeltro e Eleonora d’Aragona realizzate da Matteo de’ Pasti.

    Nella manica lunga mi ha colpito il quadro di Antiveduto Gramatica Santa Cecilia e due angeli musicanti soprattutto per la visione “alternativa” del quadro che è stata sollevata recentemente, ossia che uno degli angeli sia un’arpista alla corte dei Gonzaga.

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    Antiveduto Gramatica, Santa Cecilia e due angeli musicanti

    Mi dispiace molto che nella visita guidata non si sia dato spazio alle opere di Rosalba Carriera, che ho intravisto velocemente mentre un usciere sollecitava l’uscita.

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    Questo in sintesi ciò che ho recuperato di Storia delle Donne mentre ascoltavo la visita guidata. Ci sono molte domande che mi frullano in testa, e che cercherò di approfondire perché é fondamentale ricostruire ciò che le donne hanno fatto nel passato.

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  • Maternità nell’Arte

    Per la Festa della Mamma (ma non solo) ho pensato di condividere con voi alcuni quadri relativi alla maternità.

    Perché lo faccio? Perché le scene di genere, le scene di vita quotidiana, sono uno dei soggetti preferiti dalle donne nell’arte – d’altronde per molti secoli le donne non hanno potuto accedere a una formazione accademica e quindi dipingevano ciò che vedevano quotidianamente – eppure oggi si preferisce citare un artista famoso anche in occasione di questa festa che celebra un aspetto della vita femminile.

    Ecco quindi una carrellata di quadri dedicati alla maternità realizzati da Artiste

    Elizabeth Jane Gardner (pittrice statunitense, 1837-1922)

    Maternity 


    Olga Boznanska (pittrice polacca)

    Maternity

    Paula Modersohn Becker (pittrice espressionista tedesca, 1876-1907)

    Mädchen mit Kleinkinde (1902) 

    Elizabeth Nourse (pittrice statunitense, 1859-1938)

    A mother and a baby

    Zinaida Serebrjakova (pittrice russa, 1884-1967)


    Mother and daughter (1928)

    Mela Muter (pittrice polacca, 1876-1967)

    Macierzyństwo

    Bertha Wegmann (pittrice danese, 1847-1926)


    Young Mother with her Child in the Garden 

    Jessie Willcox Smith (illustratrice statunitense, 1863-1935)

    Bed Time

    Frances Hodgkins (pittrice neozelandese, 1869-1947)


    Mother and Child

    Tamara de Lemhpicka (pittrice Art Dèco polacca, 1898-1980) 

    Maternité

    Louise Bourgeois (scultrice e artista francese, 1911-2010) 

    Maman

    Artemisia Gentileschi (pittrice italiana, 1593-1654)

    Nascita di San Giovanni Battista (1635)

    Dorothea Tanning (pittrice surrealista statunitense, 1910-2012)

    Maternity (1946)

    Mary Cassatt (pittrice impressionista statunitense, 1844-1926)

    The Child’s Bath

    Berthe Morisot (pittrice impressionista francese, 1841-1895)

    La culla
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  • Home Page

     

     

    Benvenute e Benvenuti su questo mio sito.

    Se cercate ispirazioni ispirazioni e informazioni sulla Storia delle Donne qui troverete progetti, lavori, idee e pensieri che vi potranno essere utili.

    Queste due citazioni possono farvi capire cosa troverete in queste pagine e nel mio lavoro di ricerca

     

     

    Il mio progetto intellettuale è un progetto di critica, nel senso più profondo del termine, che implica la creazione di nuove metafore, poiché per pensare bisogna utilizzarle. Ma almeno bisognerebbe essere critici e scettici rispetto alle metafore ereditate in modo da sbloccare il pensiero, sgombrare il campo e far entrare aria fresca. [Susan Sontag]

     

    Ora io credo che in ogni caso bisogna “costruire” e credo che l’unico modo per combattere certe cose sia è costruirne altre, alternative, senza farsi portare sul terreno di chi sta dalla parte del potere. Io sul loro terreno non ci vado, e intanto, da un’altra parte costruisco un’altra cosa e vediamo come va a finire. [Joyce Lussu]

     

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  • Linda Nochlin arte e femminismo


    Ieri è morta Linda Nochlin l’autrice del saggio Perché non ci sono state grandi artiste? (1971 !!!!!!!)

    Perché questo saggio è/è stato così importante? 



    Linda Nochlin dimostra nel suo saggio come per secoli le strutture istituzionali e sociali hanno reso impossibile per le donne raggiungere l’eccellenza artistica o il successo sullo stesso piano degli uomini, indipendentemente dalla potenza del loro talento o della loro genialità.


    Altro punto fondamentale: Linda Nochlin interroga come la “grandezza” stessa sia stata formulata e valutata sul punto di vista maschile bianco occidentale, inconsapevolmente accettato come punto di vista dello storico dell’arte. 



    E’ grazie a questo sguardo femminista e libertario che noi oggi possiamo ricostruire la genealogia con le artiste e decostruire ciò che viene ancora riconosciuto come “maestro”, “grande artista”, “genio” 

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  • Una mostra incredibile!

    Il mio lavoro di ricerca sulle artiste che hanno abitato la storia dell’arte (366, 1 per ogni giorno dell’anno) diventerà una mostra che durerà per tutto il 2018. 


    Un weekend al mese nella sede dell’ex biblioteca di Pedrengo (Bg) verranno esposte le stampe dei quadri del mese di riferimento. 


    Essendo una mostra totalmente autoprodotta (il Comune di Pedrengo fornisce gratuitamente la sala) e dagli obiettivi grandiosi (ri-dare visibilità a queste grandi artiste e alla loro produzione, creare iniziative a cascata che incidano sulla narrazione della storia dell’arte) voglio coinvolgere fin dall’inizio più persone possibili. 


    E lo voglio fare perché credo fortemente che la Storia delle Donne sia una fonte di ricchezza per tutte e tutti 






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  • Harvey Weinstein e la storia del cinema

    In questi giorni continua a far scalpore il caso Harvey Weinstein. Molte dive di Hollywood hanno accusato il noto e potente produttore cinematografico di molestie sessuali, stupri, etc etc. In Italia ne ha parlato anche Asia Argento con tutta la serie di polemiche e le critiche che – solitamente – accompagnano questi casi. 
    Io vorrei dire la mia come donna che ha fatto varie ricerche sul cinema muto italiano – 100 anni fa, per dire che il patriarcato è duro a morire e si rinnova di generazione in generazione.
    Voglio condividere due passaggi di altrettanti libri che sono tra i più citati (anche da donne) quando si parla di donne e cinema muto italiano. 
    Citati per varie ragioni: ci sono poche fonti, si preferisce citare usando aggettivi qualificanti per qualificare il proprio lavoro etc etc io li ho usati criticamente in vari saggi che ho presentato ad altrettanti convegni perché credo che l’ambiente e l’atmosfera in cui le donne vivono agisce su di loro (cit. Virginia Woolf )
    Per molti intellettuali del tempo c’è uno stretto legame tra donna che lavora, diva e prostituzione che oggi rimane anche in molte delle persone che stanno commentando questi fatti.
    Ottorino Modugno Le donne mute “due sono le strade dalle quali le donne mute sono giunte al cinematografo: dal teatro e dal nulla… Queste ultime si sono create nel loro cervellino questo quesito: per fare del… cinematografo occorre essere mute poi belle e poi sapere voluttuosamente eseguire tutte quelle svenevolezze che sono parte integrante della civetteria femminile”.

     Francesca Bertini                         Diana Karenne

                                                                   Lyda Borelli

    Tito Alacci Le nostre attrici cinematografiche “per l’interprete di sesso femminile il requisito capitale è la bellezza: requisiti necessari, ma non capitali, sono la variabilità, l’adattabilità, la naturalezza, la diluibilità psichica e l’eleganza. Il vantaggio è sempre delle più giovani perché col procedere dell’età si perde la spontaneità. Delle attrici perfette si potranno trovare tra le donne al di sotto dei trent’anni, difficilmente al di sopra. È tutto il contrario di ciò che si verifica nelle altre forme d’arte: perché dovunque si richiedono studi, pratica, esercizio e perseveranza, e ciò per procurarsi una personalità propria: mentre in cinematografia la personalità deve eclissarsi quanto più possibile, per dar posto solamente alla figura.”

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  • IspirAzioni di Lettura

    I giorni che segnano la fine di un anno e l’inizio del successivo si accompagnano sempre a grandi propositi. Io non sono da meno e vorrei farmi una lista dei libri da leggere assolutissimamente nel 2017. Quei libri che ti cambiano la vita o la prospettiva che sulla vita abbiamo. 

    Ne avete qualcuno da consigliarmi? 
    Io – a mia volta – vi voglio consigliare Andare Altrove di Cristina Balma Tivola un libro di vita e viaggi meravigliosissimo. E dopo la lettura – tutta d’un fiato o quasi – ho scritto queste frasi per onorare queste pagine e la sua autrice. 
    Andare altrove non è un semplice libro di racconti di viaggio tra l’Italia, il sud della Francia e la penisola iberica. È molto di più. 
    È un Atto di Coraggio. Atto di Coraggio perché Cristina Balma Tivola in queste pagine scrive di cose nascoste, dei suoi sentimenti, della sua visione del mondo e dei rapporti umani e apre/segue un percorso originale quello di mescolare la sua visione di antropologa a quella di donna in viaggio da sola, alla ricerca di nuove Ispirazioni, Contaminazioni e Incanti. I suoi viaggi e gli incontri lungo il percorso sono tutti guidati dal Desiderio, dalla Brama di Vivere e Creare Qui e Ora. Non solo. Il Coraggio di cui il libro è permeato diventa Magnetico perché ogni Vero Atto di Coraggio irradia un’Attrazione che è Rilevante e Contagiosa, Reciproca e Stimolante, Piena di Spirito e Ispirante. 
    In Andare Altrove sono disseminate – a volte nascoste a volte esplicitate – moltissime opportunità originali di vita. Cristina Balma Tivola e i suoi compagni di percorso – che siano amicizie di lunga data o «incontri casuali» – ci offrono una Re-Visione del tempo e ci spingono a oltrepassare quei vecchi retaggi di sistemi gerarchici – diffidenza, vecchie divisioni di razza, classe e nazionalità – che ancora troppo spesso riemergono negli stereotipi attraverso cui guardiamo lo Sconosciuto, il Diverso, l’Altro. I racconti che compongono Andare Altrove ci spingono a Osare e ci forniscono illimitata energia per i nostri Grandi Balzi, ricordandoci che in ogni momento siamo libere e liberi di agire con Coraggio e che i nostri atti di Coraggio – a loro volta – sono Rilevanti, Contagiosi e Ispiranti.
    Avete da consigliarmi dei libri in cui il Coraggio sia altrettanto Contagioso e Ispirante?
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  • Pace non significa “solo” assenza di guerra

    Su Jane Addams davvero si è scritto troppo poco. 




    Questo è un suo pensiero sulla questione guerra – pace: 

    *Per Pace non si intende semplicemente assenza di guerra, ma il dispiegamento di tutta una serie di processi costruttivi e vitali che si rivolgono alla realizzazione di uno sviluppo comune. La Pace non è semplicemente qualcosa su cui tenere congressi e su cui discutere come se fosse un dogma astratto. Essa assomiglia piuttosto ad una marea portatrice di sentimenti morali che sta emergendo sempre di più e che piano piano inghiottirà tutta la superbia della conquista e renderà la guerra impossibile.*




    Jane Addams aveva il sogno di un mondo unito, un mondo nel quale tutte le persone potevano portare il loro contributo, esprimere il proprio talento, avere voce in capitolo. 


    Io credo che questo sogno rivive ogni volta che noi facciamo qualcosa, compiamo un’azione, realizziamo un nostro desiderio, andando al di là delle convenzioni sociali e di ciò che ci dicono essere giusto o sbagliato. Al di là delle grandi potenze, dei grandi uomini, c’è la libertà di autodeterminazione! 

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  • Dove stanno andando a finire i diritti umani?

    Oggi si celebra il solstizio di inverno.
    Un momento magico perché dopo il periodo di buio la luce torna a crescere nelle nostre giornate.

    E io voglio celebrarla con due notizie che mi hanno colpita molto questa mattina.

    La prima è la sentenza della Corte Costituzionale nella quale la Corte si esprime a favore dei diritti umani e contro il pareggio di bilancio. Ossia il diritto di alcuni disabili a vedersi erogato un servizio di trasporto, tagliato per “ragioni di bilancio” dalla Regione Abruzzo.

    Come è possibile che il diritto di queste persone sia messo in secondo piano da un pareggio di bilancio? Ma soprattutto come è possibile che non si veda in questo servizio qualcosa di più che un semplice costo?

    La seconda notizia si riferisce all'(ennesimo) articolo che traccia una condizione dei lavoratori e delle lavoratrici della logistica in Italia. Dopo H&M ecco l’inchiesta su Amazon. Mi viene in mente il meraviglioso lavoro di ricerca sul campo che Simone Weil fece negli anni Trenta quando decise di andare a lavorare alla catena di montaggio della Renault. Potete leggere il suo resoconto (comprensivo non solo del lavoro svolto ma anche delle emozioni legate al lavoro, agli orari, alla catena di montaggio) nel libro La condizione operaia.

    Ora mi chiedo possiamo noi intervenire in qualche modo per cambiare questa perdita di orientamento sul valore e la difesa dei diritti umani? Sì certo possiamo sempre fare qualcosa anche se ci sembra che i massimi sistemi siano altrove, che le decisioni le possiamo solo subire. Mi viene in mente ciò che fecero nel 1915 alcune donne tra cui il premio Nobel per la Pace 1931 Jane Addams con la loro marcia a favore della fine della Prima Guerra Mondiale. E dico sì possiamo fare, anche se sembra poco o ininfluente. Possiamo sempre scegliere di agire per il bene e per la pace.

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