• Pace non significa “solo” assenza di guerra

    Su Jane Addams davvero si è scritto troppo poco. 




    Questo è un suo pensiero sulla questione guerra – pace: 

    *Per Pace non si intende semplicemente assenza di guerra, ma il dispiegamento di tutta una serie di processi costruttivi e vitali che si rivolgono alla realizzazione di uno sviluppo comune. La Pace non è semplicemente qualcosa su cui tenere congressi e su cui discutere come se fosse un dogma astratto. Essa assomiglia piuttosto ad una marea portatrice di sentimenti morali che sta emergendo sempre di più e che piano piano inghiottirà tutta la superbia della conquista e renderà la guerra impossibile.*




    Jane Addams aveva il sogno di un mondo unito, un mondo nel quale tutte le persone potevano portare il loro contributo, esprimere il proprio talento, avere voce in capitolo. 


    Io credo che questo sogno rivive ogni volta che noi facciamo qualcosa, compiamo un’azione, realizziamo un nostro desiderio, andando al di là delle convenzioni sociali e di ciò che ci dicono essere giusto o sbagliato. Al di là delle grandi potenze, dei grandi uomini, c’è la libertà di autodeterminazione! 

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  • Bambole e soldatini

    Ieri un mio amico di facebook ha condiviso questa filastrocca di Gianni Rodari

    Semplice.
    Dovrebbe essere altrettanto efficace.

    Mi stupisco sempre quando nel periodo natalizio si fanno una serie di articoli sui giocattoli “di genere”.
    Perché alle bambine si regalano bambolotti che le educano a fare le madri?
    Perché alle bambine si regalano cucine che le educano a fare le casalinghe?
    Perché alle bambine si regalano Barbie e altre bambole che impongono loro un modello di bellezza?

    Tutto condivisibile, perché imporre a qualcuno un modello è oppressione.

    Ma con i bambini a cui si regalano caterve di soldatini come la mettiamo?
    Non pensiamo davvero che le guerre fatte per gioco creino in loro un’attitudine alla guerra (reale o simbolica) una volta diventati adulti?

    E allora la soluzione sarebbe che anche le bimbe giocassero ai soldatini, correndo il rischio di diventare virili, ma comunque contribuendo al sostegno di questa visione coloniale della vita?

    Domina o sarai dominato?

    A mio avviso vedo molte più implicazioni negative nell’educare alla guerra piuttosto che alla maternità.

    Come ci ricorda Hannah Arendt “libertà non significa rendersi massimamente indipendente da tutto e da tutti, bensì che le creature possano partecipare al gioco del mondo con nuove pratiche, poiché con la loro nascita si è dato inizio a qualcosa si nuovo”.

    Forse la percezione di sé a partire dalla nascita, con una valorizzazione simbolica e reale della maternità e del nascere in relazione, potrebbe indurci a uno scambio incentrato sulla natività e sulla vitalità che ci accomuna.

    Uno scambio capace di esaltare ciò che ci unisce e non quello che separa e che appunto perché separa è in grado di attivare guerre e relative giustificazioni.

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  • Fate l’amore non fate la guerra

    Ieri era la giornata delle Forze Armate.
    Ha fatto molto scalpore la presa di posizione del sindaco di Messina, Renato Accorinti, il cui discorso è stato un inno alla pace. Nelle sue parole Renato ha citato il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini “Svuotate gli arsenali fonti di morte e riempite i granai fonti di vita!” e l’articolo 11 della Costituzione Italiana dove si legge “L’Italia
    ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
    popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
    […]”. 



    Da ieri è un susseguirsi di commenti a favore e contro il gesto. 
    Chi dice che non era il luogo adatto anche se condivide.
    Chi disapprova.
    Chi applaude al gesto e al coraggio. 
    Chi è indignato per il sangue dei tanti uomini e delle tante donne versato per la “nostra” difesa. 

    Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione Gianpiero D’Alia commenta il gesto del sindaco come “provocazione demenziale e inopportuna”. 

     Ma come si può condividere questa affermazione? Veramente inneggiare alla pace può essere una provocazione demenziale e inopportuna? 

    Probabilmente sì se lo si fa durante la celebrazione delle Forze Armate. Probabilmente sì se lo si fa durante una cerimonia ufficiale. Se si osa contestare l’ordine costituito. E se lo si fa da dentro quest’ordine. 

    Poi c’è la denigrazione del gesto. Oltre all’offesa. Pare che il sindaco si sia scordato nel suo gesto di tutti quei militari che muoiono nelle missioni di pace! E’ un ingrato. 

    Ma io mi chiedo: come è possibile attuare questa inversione di pensiero? Come è possibile che la locuzione “missioni di pace” renda onorabile l’intervento armato in luoghi dotati di sovranità riconosciuta dallo Stato Italiano? Perché i militari doneranno caramelle, aiuteranno i feriti e faranno sorrisi alla popolazione ma lo fanno sempre armati fino ai denti, con le tute mimetiche e il mitra sotto il braccio! 

    Fino a quando si esalterà paura e violenza la maggior parte delle persone richiederà la protezione delle Forze Armate. C’è bisogno quindi di riequilibrare l’immaginario che ci circonda. Io lo faccio con il libro di una mia amica, Anna Bravo, che si intitola La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato.

    Riporto un piccolo riassunto del contenuto.
    È un’idea malsana che quando c’è guerra c’è storia, quando c’è pace no.
    Il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato.

    Si parla e si scrive molto di guerre, di eccidi e di violenze. È il
    racconto del sangue versato. Ma non saremmo qui se qualcuno non avesse
    lavorato per risparmiare il sangue. Le storie raccontate nel libro mostrano due verità. La prima: il sangue può essere risparmiato anche da
    chi non ha potere, o ha un potere minimo. La seconda: se è importante
    raccontare una guerra, ancora più importante è descrivere come un
    conflitto non è deflagrato. Per capire come si può fare, e con che mezzi.

    Questo è un modo diverso di fare la storia. E di raccontarla.
       

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