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Vagabonding

Tra un paio di giorni parto per l’Australia.
La scusa del viaggio è un convegno di cinema.
La vera motivazione è mettermi alla prova … viaggiare da sola in un contesto completamente sconosciuto.

Qualche anno fa ho comprato, su consiglio di una preziosa amica, un libro altrettanto prezioso
Vagabonding. L’arte di girare il mondo di Rolf Potts (Edizioni Ponte alle Grazie).

Ed ora eccomi qui a pensare al mio viaggio. Un mese di quasi totale libertà. Quasi perché al giorno d’oggi è veramente difficile pensare di uscire dal reticolo tecnologico che ci circonda.

Però saranno giorni da inventare, quelli dopo il convegno.
Disporrò di una libertà che apre e che intimorisce allo stesso tempo perché non si è più abituati.

Così per darmi un po’ di coraggio e per condividere questa esperienza, ho pensato di inserire alcune citazioni dal libro.

Se avete costruito castelli in aria,
il vostro lavoro non sarà sprecato:
è quello il posto in cui devono stare.
E adesso metteteci sotto delle fondamenta.
Henry David Thoreau, Walden
Il vagabonding non è soltanto un rituale che include vaccinazioni e valigie da fare, ma è piuttosto la pratica costante della ricerca e dell’apprendimento, dell’affrontare paure e modificare abitudini, del coltivare un nuovo incanto per popoli e luoghi. 



Viaggiare è il modo migliore
per salvare l’umanità dei luoghi,
preservandoli dall’astrazione
e dall’ideologia.
Pico Iyer, Why we travel



Il vagabonding è come un pellegrinaggio senza meta: non è una ricerca di risposte, bensì una celebrazione dell’interrogare, un abbraccio all’ambiguo e un’apertura verso tutto ciò che incrocia il nostro cammino.
 

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